Onorevole Ministro Luigi Di Maio,
giorni fa, mentre seguivo con interesse il suo intervento in una trasmissione televisiva, per poco non sono caduto dalla sedia nel sentirla affermare che i contratti di somministrazione molto spesso sono il nuovo caporalato. Come presidente di ASSOSOMM, l’Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro, e come amministratore delegato di un’importante agenzia per il lavoro italiana, l’unica quotata in Borsa, mi sono sentito personalmente chiamato in causa, investito da un’accusa che non credo proprio di meritare.
Ma non è questo il momento delle polemiche: ne vediamo già troppe, non tutte intelligenti e costruttive. È invece, secondo me, il tempo del confronto e del lavoro congiunto. Credo, infatti, che certi giudizi (e pregiudizi) possano dipendere anche da una conoscenza non sufficiente della nostra realtà. E allora, Onorevole Ministro, lasci che le ricordi perché le agenzie per il lavoro non fanno caporalato o, per citare l’hashtag ideato nei giorni scorsi da Andrea Morzenti e divulgato anche da ASSOSOMM, perché #IoNonSonoUnCaporale.
#IoNonSonoUnCaporale perché il caporalato è illegale. Le agenzie per il lavoro, invece, sono operatori regolarmente autorizzati proprio dal Ministero del Lavoro.
#IoNonSonoUnCaporale perché i caporali si appropriano di una parte dei compensi dei lavoratori che utilizzano, lasciando molto spesso a questi ultimi le briciole. Invece le agenzie per il lavoro in Italia – e solo in Italia, tengo a sottolineare – per legge garantiscono ai propri lavoratori diritti, tutele e retribuzione pari a quelli che spettano ai lavoratori dipendenti diretti.
#IoNonSonoUnCaporale perché i caporali fanno vivere in condizioni inaccettabili le persone che sfruttano. Le agenzie per il lavoro, al contrario, offrono ai propri lavoratori varie forme di welfare, dai contributi per l’asilo nido al sostegno alla maternità, ed erogano loro formazione gratuita.
Vede, Onorevole Ministro, non posso escludere che nella nostra categoria, come in tutte le altre, ci sia qualcuno che non rispetta le regole. Ma anziché fare di tutta l’erba un fascio sarebbe più opportuno, magari attraverso una fitta ed efficace attività ispettiva da parte del Ministero del Lavoro, individuare e punire solo gli eventuali trasgressori.
Io credo, Onorevole Ministro, che le agenzie per il lavoro possano essere addirittura suoi preziosi alleati su alcune questioni che le stanno molto a cuore. La riforma dei centri per l’impiego, ad esempio: una sfida molto impegnativa per la quale potrebbero essere molto utili dei tavoli di confronto proprio con noi che, di fatto, negli ultimi anni abbiamo svolto la funzione di centri per l’impiego privati. E anche uno dei punti chiave del vostro programma elettorale – il reddito di cittadinanza, che decade alla terza proposta di lavoro rifiutata – troverebbe nelle agenzie per il lavoro uno strumento per la sua rapida messa in atto.
Per tutti questi motivi, Onorevole Ministro, io la invito a trascorrere una giornata in una delle nostre agenzie Openjobmetis. Tanto meglio se lontano dai riflettori, senza annunci e il più possibile in incognito. Come una persona comune. In questo modo potrà toccare con mano la nostra realtà e capirne la vera natura. Se vorrà accettare il mio invito, sono sicuro che si convincerà che fra noi non ci sono caporali, ma uomini e donne che lavorano con senso etico, impegno e passione. E che magari potrebbero darle una mano a rendere migliore il nostro mercato del lavoro.
Cordiali saluti,
Rosario Rasizza